Il mestiere di vivere, diario di Cesare Pavese, esce postumo: iniziato il 6 ottobre del 1935 durante il confino a Brancaleone Calabro, viene terminato solo pochi giorni prima di morire.
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In quest’opera si affacciano più questioni di poetica e riflessioni personali che tematiche di respiro pubblico e si ritrovano quelle che possono essere definite le ultime confessioni sui drammi che affliggevano la vita dello scrittore. Tra amarezza, ironia e violenza, Pavese consegna al suo pubblico di lettori i suoi pensieri più intimi sulla vita, sull’arte, sui sogni con il suo stile unico. Resta un libro capitale, imprescindibile per chi vuole comprendere il suo tormento e la sua opera, decisivo ai fini “di una più precisa conoscenza dei nodi problematici dell’esistenza di Pavese e di una migliore intelligenza della sua opera e della sua poetica”.
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