Questo volume, muovendo da una rilettura critica dell'opera di Kelsen, ricostruisce la dimensione problematica della concezione premoderna della giustizia.
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Presentando e commentando le posizioni dei più significativi autori di una tradizione che va dall'antichità romana al Seicento, Quaglioni mostra il rinnovarsi della concezione romanistica ad opera dei glossatori medievali, e parallelamente segue gli sviluppi della teologia e del diritto canonico. Nella sua approfondita analisi, l'autore fa riferimento alle opere dei giuristi tardomedievali come Bartolo da Sassoferrato, al pensiero umanistico e rinascimentale (fra gli altri, Machiavelli, Guicciardini, Bodin), descrivendo infine la dissoluzione e ricostruzione del fondamento etico e religioso del paradigma della giustizia con Montaigne e Grozio.
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