Il volume analizza la complessità del lavoro di ascolto, comprensione e trattamento degli autori di reato condannati a una pena detentiva e si interroga su come si possa intervenire per trasformare il dolore persecutorio, patito dalla persona privata della libertà, in sofferenza depressiva.
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Il dolore mentale è la forma trasformata ed evoluta del patimento persecutorio, fine a se stesso, in consapevolezza psichica e in patimento costruttivo, cioè in quella sofferenza che è alla base del cambiamento intrapsichico autentico e dello sviluppo di un nuovo pensiero. Le autrici – esperte ex art. 80 O.P., con diversa formazione psicologica, psicoanalitica, criminologica e giuridica – esaminano le contraddizioni contenute sia nelle richieste che nelle proposte di riabilitazione degli autori di reato, evidenziando come spesso, dietro a intenti riabilitativi di professionisti o di Enti operanti nel campo della salute mentale, non vi siano altro che tentativi “alla cieca”, che oscillano tra una posizione punitiva e persecutoria e un’altra, simmetricamente contraria, di negazione e benevolenza onnipotente. Il volume si rivolge ai vari professionisti che lavorano in ambito forense, in particolare in quello dell’esecuzione penale: psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, sociologi, magistrati, criminologi, avvocati, assistenti sociali, educatori, operatori dei corpi di polizia. Prefazione di Estela Welldon.
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