Impossibile comprendere la storia dell' Impero romano nei secoli della tarda antichità se non si assume il particolarissimo angolo di visuale dei suoi rapporti con la Chiesa cristiana. Rapporti tanto stretti e intrecciati da costituire per secoli facce inscindibili della medesima storia nonostante per dirla con la rivendicazione di Gelasio I, si trattasse di duae distinctae dignitates.
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Le influenze, i reciproci condizionamenti, gli scontri, le strutture del potere, la legislazione imperiale e gli indirizzi cristiani, insomma poco o niente riuscirebbe comprensibile senza una visione complessa e unitaria delle vicende di Impero e Chiesa. Visione unitaria imprescindibile pure per provare a districarsi dal fitto roveto delle infuocate dispute cristologiche.
Tutto ciò costituisce la prima, fondamentale ragione ad aver indotto chi scrive, Isa Piro e Mariateresa Carbone a concepire e realizzare una raccolta di scritti scelti di Giorgio Barone Adesi, scritti a cui particolare respiro e luce diversa sono assicurati dalla saldatura del magistero laico dell' Accademico con quello religioso dell' Autorità ecclesiastica, fiamme sempre vive in lui, ancorché distinte. Dicevo la prima, perché ve ne sono altre di ragioni a fondamento di questa silloge. La seconda trova la sua palmare spiegazione nell' ampiezza e ricchezza di contenuti, prova concreta di quanto Giorgio Barone Adesi abbia indagato incessantemente lungo l' orizzonte dei rapporti Impero e Chiesa, attraversando temi, questioni, problemi intricatissimi eppure decisivi e delicati, a formare trama e ordito di un tessuto storico-giuridico particolare, e senza rinunciare neppure a sguardi lunghi sulla contemporaneità con moniti per il futuro. La terza ragione è assicurare agli studiosi, ma mi permetto di pensare al più vasto pubblico di lettori colti, la disponibilità in un unico prodotto librario di numerosi saggi (ben diciotto) apparsi in un arco cronologico ampio e in sedi non sempre di agevole reperimento. Di per sé un servizio, il cui valore però è ulteriormente accresciuto dalla struttura della raccolta i cui diversi saggi, piuttosto che susseguirsi secondo il mero ordine cronologico della loro apparizione, sono distribuiti e riuniti in ampie sezioni tematiche per omogeneità e affinità di contenuti, dunque ratione materiae.
Le cinque sezioni tematiche (Ecclesia Catholica ed eretici; Beni ecclesiastici; Permanenza dei principi giuridici romani; Condizione servile; Libertà religiosa) finiscono allora per apparire come un utile strumento in sé, capace di mostrare gli itinerari intellettuali e scientifici dell' Autore e, al tempo stesso, di sollecitare al lettore liberi e a lui più congeniali percorsi di lettura. La quarta ragione di questa raccolta - ma si tratta solo di una parte dei saggi di Barone Adesi - vuole essere un omaggio allo Studioso, alla sua alta levatura, un autentico dominatore di una sfera complessa e delicata, resa complicata da fonti per la loro particolare natura scarsamente frequentate dal giusromanista, di cui fanno piena fede alcuni suoi lavori monografici ancora freschi e insuperati, come Monachesimo ortodosso d' Oriente e Diritto romano nel Tardo Antico (Milano 1990). Certo, un omaggio allo Studioso, dicevo, ma anche un segno di affetto a un amico sincero nel senso autentico della parola, sempre disponibile all' ascolto dell' altro, attento alla comprensione anche delle posizioni più lontane alla ricerca di ogni avvicinamento possibile, e soprattutto pronto al sostegno disinteressato a chi, dalle sorti della vita, è condotto a volte lungo sentieri irti e pietrosi. Il che mi consente di poter chiudere, infine, queste brevi righe con un affettuoso augurio, certo del suo avverarsi: caro Giorgio, possa tu scrivere ancora a lungo per continuare a lumeggiare quei secoli di trasformazioni e mutamenti profondi che, investendo problemi dell' uomo sempre perenni, per molti versi, richiamano tanto l' infuocata temperie dei nostri tempi.
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