«Milano, quartiere Chinatown di via Paolo Sarpi: ogni giorno puntualmente un anziano signore di cittadinanza italiana si affaccia dal balcone per inveire contro i residenti cinesi, accusandoli di traffici illegali, di appartenere alla mafia cinese, di togliere opportunità di lavoro agli italiani.
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I suoi epiteti non lasciano spazi a equivoci, non c'è che risentimento e disprezzo nelle sue parole'. Milano, mercato rionale del sabato di Via Fauché, strada elegante nella zona Sempione: un gruppo di ragazzi tra i venti e i trent'anni, aderenti a un movimento di estrema destra, allestisce un banchetto per denunciare il degrado urbano causato dagli extracomunitari e per dissentire dalle politiche comunali di accoglienza ai danni dei milanesi. Come in Paolo Sarpi, le loro parole sono cariche di rancore. Barcellona Pozza di Gotto (Messina), Ufficio postale: l'impiegata pone domande sprezzanti a un ragazzo gambiano che le chiedeva l'espletamento di un'operazione. "E che cosa faresti tu nella vita? Lavori? Studi? Immagino che studi starai facendo ... cosa pensi di fare qui? !". Testate giornalistiche a livello locale e nazionale pubblicano sovente in prima pagina titoli del tenore: "Dopo la miseria portano la malaria. Immigrati affetti da morbi letali diffondono infezioni"; "Bastardi islamici". E gli esempi potrebbero moltiplicarsi...» (Dall'Introduzione)
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