C’è sempre del femminile alle origini della psicoanalisi, e tutto avviene come se questo femminile fosse necessario al compimento di una trasformazione della soggettività universale (Elisabeth Roudinesco).
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«Ponendo il femminile sempre alle origini della psicoanalisi, Elisabeth Roudinesco evoca il carattere strutturale, fondativo, del connubio tra la costituzione di un sapere che investe il campo della differenza sessuale e la differenza sessuale stessa connotata dal femminile. Nel presente lavoro tenterò di esplorare, in maniera necessariamente selettiva, alcune tra le diverse forme storiche rappresentative del legame tra femminilità e origini della psicoanalisi. Con il primo termine, femminilità, intendo sia la presenza e l’esperienza delle donne, presenza da rinvenire ed esperienza da raccontare o più spesso da inferire, sia l’insieme delle rappresentazioni culturali a vario titolo associate alla sessualità femminile in un dato contesto storico-sociale, sia ancora la dimensione fantasmatica, femminile e maschile, che informa le suddette esperienze e rappresentazioni; con il secondo mi riferisco ad uno dei percorsi storici comunemente chiamati in causa a rendere conto della costruzione della teoria e del metodo psicoanalitico, quello che muove dalla diffusione del magnetismo animale in Europa alla fine del XVIII secolo per arrivare, attraverso l’ipnosi della Salpêtrière e di Nancy, ai freudiani Studi sull’isteria del 1895» (dall’Introduzione dell’autrice).