Il volume risponde all'esigenza, largamente sentita, di superare le attuali ristrettezze concettuali e operative della sociologia tradizionale della medicina e dei servizi sociali. Questa ultima è stata, per gran parte, sociologia del "complesso sanitario" o dell'offerta di servizi.
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Essa ha concentrato la sua attenzione sull'organizzazione (sociale, amministrativa, economica, politica) dei servizi intesi come risposta ai bisogni, seguendo una sorta di modello comportamentistico del tipo stimolo-risposta. Ciò che tale sociologia ha tematizzato è stato il modo di rispondere ai bisogni (cioè, poi, il controllo sistemico). Non sono stati tematizzati in primis i soggetti portatori di bisogni nei loro rapporti coi sistema sociale.
Nel saggio di Pierpaolo Donati viene esposto e criticato il paradigma teorico e pratico che sta a monte di tale approccio tradizionale e allo stesso tempo si gettano le basi concettuali del nuovo paradigma sociologico relazionale della salute, evitando la tentazione di un puro ribaltamento nominalistico degli schemi positivistici.
Il contributo di Achille Ardigò chiarifica l'esigenza del passaggio alla nuova sociologia sanitaria per riferimento alla crisi del "welfare state" e alla parzialità delle teorie che cercano di spiegarla. Altri contributi teorici, di P. Guidicini, E. Di Nallo, D. Rei e E. Bruzzone, allargano la prospettiva ai rapporti con il territorio, con riferimento all'educazione e informazione sanitaria, e a problemi concettuali per la ricerca.