The Lost Art of Drawing non è un semplice titolo per un articolo o una mostra d'arte. L'editoriale di Michael Graves sul New York Times è anzitutto un grido di passione, di dolore e di responsabilità insieme.
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Non si discute sul concetto e la rappresentazione dell'architettura, intesa come arte, mestiere e professione, bensì sul suo divorzio dal disegno: una parte essenziale di un percorso mentale e creativo che nasce da un bozzetto estemporaneo, utile a catturare un'idea, fino al progetto finito. Un esercizio che trasforma l'immaginazione in materia. La collezione dei disegni, custoditi nell'archivio storico dell'Accademia delle Belle Arti di Roma, che vengono portati a conoscenza del pubblico, ne prende le mosse e di quella voce ne è l'eco. Un risuonar felice di mani e di segni che sono il tratto delle alte scuole di formazione italiana. L'Harvard Club of Italy non solo rappresenta una prestigiosa Accademia degli Stati Uniti d'America e la comunità dei suoi laureati in Italia, ma sostiene i valori dell'eccellenza e del merito. Come quelli degli studenti di architettura di oltre cento anni fà - successivamente riconosciuti nel mondo quali grandi architetti - che sono tra coloro i quali hanno fatto tra le cose più belle, sicuramente a Roma, ma non solo. Almeno prima e fintanto che, per troppo tempo, andasse in qualche misura sfumando il senso della bellezza e del paesaggio che fanno dell'Italia il Paese ammirato che è. Dal Saggio di Fabio Filocamo
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