Il volume costituisce l'edizione critica moderna del carme latino cristiano in esametri ritmici, intitolato dalla tradizione manoscritta De nativitate sive passione vel resurrectione Domini. L'editio princeps risale ad Angelo Mai, che la pubblicò in Auctores classici, V, Roma, 1833, con il titolo Victorini de nativitate vita passione et resurrectione Domini carmen.
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Il carme narra in 107 versi gli episodi salienti della vita di Cristo. Va ascritto con buona probabilità al genere letterario della parafrasi biblica e rappresenta la seconda sezione di una coppia di carmina dalla tematica scritturistica. L'intero componimento comprende infatti il veterotestamentario De Lege Domini nostri Iesu Christi di 216 esametri accanto al De nativitate sive passione vel resurrectione Domini di argomento neotestamentario. I due poemetti tràditi insieme da un unico testimone, il codex Vaticanus Reginensis Latinus 582, ripropongono la reciproca funzionalità esegetica alla base dei due Testamenti, nei termini di una verità preannunciata dal Verbo divino nei personaggi e nelle parole dei profeti dell'Antico e realizzatasi attraverso la missione di Cristo raccontata nel Nuovo.
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