Questo volume affronta questioni di genere, legate cioè ai mutamenti intercorsi negli ultimi decenni nell'organizzazione sociale e simbolica della sessualità, della riproduzione e della parentela.
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Quando l'interprete giuridico è chiamato ad applicare norme relative a questioni di genere, la sua precomprensione ha un ruolo cruciale: nel passaggio ermeneutico può tradire una certa posizione ideologica permettendo, ancorché non consapevolmente, a frammenti della sua identità individuale di riaffiorare. Chiamato ad applicare regole giuridiche che attivano emozioni e istinti basilari, deve monitorare con rigore metodologico le tecniche di estrazione dell'implicito, per non inferire dal testo normativo significati che attingono al proprio vissuto personale o alle proprie convinzioni ideologiche, e che il testo "non dice". I saggi raccolti chiariscono il senso implicito di alcuni enunciati normativi e illuminano le prassi argomentative che conducono a determinate scelte di policy o a decisioni giudiziarie. Analizzano l'attività del legislatore, dei giudici di merito e di legittimità, rivolgendo una particolare attenzione al ruolo di policy-maker del giudice costituzionale. Le autrici, Lucia Morra e Barbara Pasa, hanno attivato presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'ateneo torinese un Seminario "Genere e Diritto" nel quale vengono insegnate tecniche per riconoscere crittotipi e impliciti che vivono negli interstizi del diritto applicato e praticato.
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