L'autore prende le mosse dal mondo greco, allorché la retorica venne durevolmente codificata come indispensabile supporto dell'eloquenza e venne sottoposta al duro attacco di Platone, che ha pesato a lungo nella tradizione occidentale; alla retorica classica segue la frantumazione medievale e la riconquistata unità nell'età rinascimentale.
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Accanto all'evoluzione storica, Vickers discute aspetti cruciali quali la funzione espressiva delle figure retoriche e i legami tra la retorica e le arti non verbali della musica e della pittura. L'ultimo capitolo è dedicato alla sopravvivenza della retorica nel romanzo moderno, da Joyce a Queneau, da Tournier a Orwell. Un Epilogo fa il punto sugli studi di retorica attuali.
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