Il settore agricolo, connotato dall’andamento stagionale e discontinuo del ciclo produttivo, si caratterizza per la forte presenza di manodopera debole, significativamente vulnerabile, costituita in prevalenza da migranti, troppo spesso irregolari, per questo disposta a percepire bassi salari e a beneficiare di scarse tutele, favorendo la diffusione di pratiche di sfruttamento del lavoro.
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La ricostruzione e l’analisi critica del quadro giuridico di regolamentazione del lavoro in agricoltura mette in evidenza la necessità di un nuovo modello regolativo che possa invertire, o comunque a correggere un sistemacondizionato dalla grande distribuzione, evidentemente inadeguato e insostenibile. Si indicano così le linee di fondo di una nuova disciplina del lavoro agricolo, che, da un lato, tuteli tutti i soggetti coinvolti nel sistema agroalimentare e agroindustriale, riconoscendo il giusto valore apportato da ciascuno di essi e, dall’altro lato, sappia cogliere, specie a favore delle nuove generazioni, le potenzialità dell’Agricoltura 4.0 relative all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione che stanno interessando il settore, al fine di favorire lo sviluppo di un’agricoltura socialmente sostenibile.