"Ermeneutica e psicologia del linguaggio" restituisce, attraverso una scelta degli scritti più importanti di Heymann Steinthal, i risvolti fondamentali del suo pensiero. La prima sezione mette a fuoco i gangli costitutivi della sua filosofia del linguaggio (1855). L'Autore vi argomenta, sulla scia dell'opera di W.
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von Humboldt, l'autonomia della lingua dalla logica nel processo di costituzione dell'esperienza. La tesi di Steinthal scompagina il dibattito ottocentesco sulla conoscenza e la rappresentazione ed esercita una sotterranea influenza su studiosi della statura di Croce, Benjamin e Cassirer. Nella seconda sezione è presentato il programma di ricerca della psicologia dei popoli, steso assieme a Lazarus nel 1859. La "Völkerpsychologie" si configura come un'alternativa alle filosofie della storia ottocentesca, volta a individuare un punto d'equilibrio tra sguardo sintetico e analitico sullo sviluppo spirituale dei popoli. La terza sezione riscopre una pagina singolare e poco conosciuta dell'ermeneutica del XIX secolo, già segnalata da Gadamer. Il processo dell'interpretazione è indagato da Steinthal in chiave psicologica e in rapporto alle principali proposte dello filologia e della filosofia del linguaggio coeve (Schleiermacher, Ast, Dilthey, Böckh).
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