La storia del pensiero politico occidentale è attraversata da una sorprendente contraddizione. La rivendicazione dell'autonomia della ragione e la teorizzazione della eguale libertà di tutti gli esseri umani, con le quali si è inaugurata la riflessione filosofica dell'età moderna, hanno avuto come destinataria soltanto una parte minoritaria del genere umano.
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La filosofia politica dell'Occidente ha avuto la pretesa di parlare il linguaggio dell'universalità, ma ha escluso dal suo discorso intere categorie di persone: i minori, alcune tipologie di malati, gli inabili, gli schiavi, gli stranieri, infine, ma soprattutto, le donne. Gli strumenti teorici messi a disposizione dalle elaborazioni della filosofia contemporanea ci consentono oggi di rileggere, con esiti assai interessanti, tutta la storia del pensiero politico occidentale e della sua ambigua relazione con i concetti di eguaglianza e di differenza: di opinione, di censo, di classe, di razza, di genere.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza