"Uno degli indici della grandezza dell’esperienza giuridica romana, vista nella sua globalità, è senza dubbio costituito dall’essersi sviluppata lungo un doppio binario: la tecnica casistica e la visuale sistematica. Data questa particolarità, nello studio giusromanistico il confronto tra i due momenti deve essere costante.
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Del resto, il rapporto tra l’analisi del caso concreto e le diverse fasi della costruzione del diritto come scienza razionale traspare puntualmente da quanto ci è dato sapere circa le attività e il pensiero di giuristi, retori, magistrati e giudici romani. È di immediata evidenza che l’esame del metodo casistico romano non si debba e non si possa esaurire nella sua storia ‘esterna’, cioè nella conoscenza teorica delle tecniche utilizzate dai giuristi, ma che implichi una immersione piena nella lettura dei casi pratici, discussi e risolti dai giuristi romani..." (Solidoro Laura)
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