Analogia e "natura della cosa" rinnova l'arte della filosofia del diritto tedesca di miniaturizzare sconfinati universi di pensiero, esibendo un'originalità ricostruttiva non offuscata dai - pur numerosi - "debiti culturali" contratti nella sua stesura.
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Essa riveste un'importanza decisiva nell'itinerario speculativo di Arthur Kaufmann, in quanto prima compiuta esposizione della dottrina dell'essenza del diritto, e della conoscenza che ne fonda la realizzazione, alla quale il giusfilosofo tedesco si manterrà fedele in avvenire, apportandovi mutamenti tutto sommato marginali.
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