Sul tema dei depositi votivi la letteratura archeologica ha tradizionalmente mostrato maggiore interesse verso il contenuto della deposizione più che verso la deposizione in sé, proponendo analisi descrittive e formali delle classi di offerte o di singoli oggetti d'arte, spesso estrapolate dai dati contestuali.
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Anche se più recentemente si è iniziata ad osservare una maggiore sensibilità scientifica verso il deposito votivo inteso come categoria archeologica dotata di un alto potenziale conoscitivo per la ricostruzione delle pratiche rituali, è mancato finora uno studio - analitico e sintetico - sul tema. Da qui l'intenzione di colmare questo vacuum, partendo innanzitutto da una base documentaria ampia e rigorosamente selezionata. Attraverso il censimento dei contesti delle aree coloniali di cultura greca della Sicilia e dell' Italia meridionale, in un periodo compreso tra la fine dell' VIII e il IV-III secolo a.C., in modo da poter cogliere gli inizi della pratica devozionale e la sua recessione/trasformazione, il volume propone l' elaborazione di tipologie di deposito, ossia modelli per classificare e differenziare i complessi votivi, in modo da superare il disordine, anche terminologico, che spesso si riscontra negli studi di settore. Inseriti all' interno del palinsesto della religione greca, i depositi votivi emergono come sistemi complessi in cui gli oggetti, gli spazi, gli attori e i gesti del sacro convivono in stretta relazione. I dati e gli strumenti interpretativi elaborati si propongono, inoltre, come un mezzo utile per leggere il fenomeno delle deposizioni votive nei suoi caratteri generali e specifici, potenzialmente esportabile anche in altri ambiti cronologici e culturali.
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VAN07@Biblioteca del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali