Per molto tempo l'esperienza estetica è stata fatta coincidere con il momento della creazione o della fruizione di un'opera d'arte, nella specificità delle sue varie forme e dei meccanismi che essa era capace di innescare.
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Nella contemporaneità sembra invece che le esperienze estetiche "pure" abbiano ceduto il posto ad una moltiplicazione incontrollata di modalità esperienziali, interne ed esterne al mondo dell'arte, ma pur sempre riconducibili all'ambito del "sentire". Di fatto, potrà essere considerata oggetto d'analisi estetologica qualsiasi esperienza che, fuori dalla "riserva indiana" dell'arte, esibisca tratti riconducibili alla dimensione sensibile. Arte, architettura, musica, teatro e marketing costituiscono, in questo libro, gli ambiti nei quali verificare questi nuovi orizzonti di sviluppo della riflessione filosofica e che fanno emergere l'idea della irriducibilità ad una sistematizzazione definitiva del "discorso estetico". La moltiplicazione dei gusti, a cui vanno aggiunti l'opposto movimento di radicamento della moda, la nascita di inedite forme di ricerca del piacere disinteressato, l'oscillante evoluzione degli stili, le distorsioni e le rimodulazioni dei linguaggi espressivi, lo scivolamento della bellezza e delle intelligenze creative al di fuori del mondo dell'arte costituiscono infatti un valido motivo di ampliamento del tradizionale spettro d'analisi della mens aesthetica.
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VAN07@Biblioteca del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali