Il pegno, tipico diritto reale di garanzia, ha visto nel corso del tempo, per effetto dell’autonomia privata, sempre più spesso derogati alcuni dei suoi tratti essenziali. Sono così nate nuove e diverse figure di pegno, frutto dell'elaborazione sociale e negoziale: il pegno di cosa futura, il pegno rotativo e quello c.d. "omnibus", fino ad arrivare al c.d.
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pegno non possessorio, introdotto dal d.l. n. 59/2016, recentemente convertito in legge n. 119/2016. L'ampliamento delle figure di pegno, con deroghe ad alcune delle sue caratteristiche tipiche come lo spossessamento, risponde ad esigenze avvertite in ambito economico, prima ancora che giuridico: sempre più sentita, infatti, è la necessità di evitare l'immobilizzazione dei beni mobili dedotti in garanzia, al fine di favorirne l'uso e lo sfruttamento economico da parte del debitore o del terzo concedente, e ciò nella più ampia prospettiva di incrementare le tutele per i creditori in caso di inadempimento da parte dei debitori per agevolare, in ultima analisi, l¿accesso al credito da parte di aziende ed imprese, specialmente in un momento storico di grande crisi e sofferenza economica come quello attuale. La presente monografia, nella prospettiva di uno sguardo moderno all'istituto del pegno, visto nella sua dimensione plurale e funzionale, si offre agli operatori del diritto non solo come strumento di analisi approfondita delle singole figure di pegno, da quello tipizzato e tradizionale a quello più moderno del pegno non possessorio, passando per il pegno rotativo e quello "omnibus", ma anche come strumento dal taglio fortemente pratico ed operativo, teso a consentire di individuare agevolmente facoltà e limiti nella costituzione dei pegni, nonché ad evidenziare i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna figura di pegno, onde orientare al meglio le scelte nelle applicazioni pratiche.
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