Fin dal suo apparire la "Commedia" ha stimolato la produzione di chiose e commenti, spesso accompagnati alle trascrizioni del testo, o di parti di esso, che nell'arco di circa 700 anni ha portato all'accumulo di un ingente quantitativo di contributi critici ed esegetici - talvolta ricchi di notizie e dati storici, di interpretazioni, di suggestioni - tanto consistente nella mole, quanto prezioso nell'apporto che è in grado di offrire, ancora oggi, alla lettura dell'opera dantesca. Un quadro ben noto agli studiosi di Dante: come è ben noto che gran parte di questa vastissima tradizione - di cui è testimonianza l'alto numero dei manoscritti conservati - è difficilmente fruibile, perché in prevalenza consegnata a vecchie e rare edizioni, più o meno insoddisfacenti, quando non sia tuttora inedita. L'esplorazione si è poi necessariamente estesa alla successiva esegesi di tradizione a stampa. Di qui l'iniziativa del Centro Pio Rajna di avviare una ricerca finalizzata al "censimento" e alla pubblicazione, in edizioni filologicamente fondate, dei commenti alla "Commedia" dantesca: in cui il censimento - inteso come preliminare indagine ricognitiva dei commentatori e dei commenti anonimi, e descrittiva dei testimoni - si è proposto subito come condizione inderogabile per la definizione di un programma editoriale, poi elevato al rango di Edizione Nazionale dei Commenti danteschi.
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