La legalità costituzionale impone, nella teoria delle fonti del diritto e quindi della teoria dell'interpretazione, un deciso cambiamento.
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Questo, tra l'altro, non comporta esclusivamente una «ermeneutica dei diritti fondamentali», ma esige piuttosto la concretizzazione del valore primario della persona, nella sua integrale accezione di entità psico-fisica, di libertà e di responsabilità e quindi anche di doveri, in tutti gli istituti giuridici, compresi quelli tradizionalmente o apparentemente estranei alla categoria, chiusa o aperta che sia, dei diritti fondamentali. La discontinuità verso il passato, inteso sia come impianto teorico-normativo e quindi culturale, sia come assetto legislativo, impone un ripensamento dell'interpretazione in chiave funzionale, valorizzando gli interessi coinvolti in una prospettiva sistematica e quindi assiologica.