Tempestività ed efficienza sono generalmente ritenuti requisiti necessari di una giustizia che voglia rispondere alle istanze di certezza che provengono dalla società; istanze ed esigenze comuni a tutti i tempi, ma che divengono vieppiù urgenti in un'epoca di grandi e rapidi scambi commerciali.
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Non è, dunque, possibile rinunziare a quelle forme differenziate di tutela giurisdizionale che consentono la formazione di un titolo esecutivo in tempi rapidi, anche se offrono garanzie di difesa numericamente inferiori e formalmente diverse da quelle previste nel procedimento ordinario. Nondimeno occorre intervenire laddove il diritto di difesa sia eccessivamente ed inutilmente compresso. Ed è con particolare riguardo ad una lettura "costituzionalmente orientata", sempre più richiamata anche dalla giurisprudenza, che si sviluppa questo commento, articolo per articolo, alle norme del codice di procedura civile sul decreto ingiuntivo. Un commento ricco di riferimenti, sia alla dottrina e alla giurisprudenza (di legittimità e di merito) più risalenti, sia a quelle più attuali, che termina con un capitolo conclusivo "a mo' di promemoria per il legislatore", col suggerimento di alcune norme da introdurre a breve, per il rispetto dei principi costituzionali d'eguaglianza, di inviolabilità del diritto di difesa e del giusto processo. Il commento tiene conto delle recenti riforme introdotte dal decreto legislativo 1° settembre 2011, n. 150.
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