Il volume affronta la vita del melodramma a Firenze nell'arco di tempo che dalla capitale introduce nella modernità. La ricerca, compiuta capillarmente, ha rovesciato alcuni luoghi comuni: non si è trattato infatti di una fase di stasi del pensiero e della creatività, ma di una ricchezza di proposte che raggiungono punte davvero insospettate.
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In cinquant'anni di osservazione del repertorio in tutti i teatri fiorentini le "prime" raggiungono mediamente il numero di trenta/quaranta titoli per ogni anno. Si arriva così alla cifra di ben 1300 produzioni. È stata seguita una linea di interesse economico o di costume più che musicologico in senso stretto. Sono stati stabiliti anche utili confronti con alcuni centri nazionali, primo fra tutti Milano con La Scala. Ne esce un quadro produttivo di assoluta attualità. Fondamentale lo sviluppo che ebbero le orchestre presagendo già criteri di "stabilità". Scorrendo il repertorio ci imbattiamo nei maggiori cantanti del tempo che sostarono a Firenze segnando talvolta il loro debutto in Italia.
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