La crisi ha prodotto effetti drammatici sul tessuto economico e sociale dei paesi europei. L'aspetto economico, pur rilevante è solo il sintomo di un problema più ampio di natura politica che investe la capacità delle democrazie occidentali di risolvere problemi accumulati da oltre un ventennio.
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Chi è eletto democraticamente fa fatica a prendere decisioni impopolari che possono compromettere la sua rielezione. L'emergenza diventa così il motore dell'azione politica e il modo di giustificarla di fronte agli elettori, con la conseguenza che la cura - tardiva e varata sotto la pressione dei mercati diventa ancor più dolorosa e impopolare. È questo lo sfondo su cui si svolgono le vicende narrate in questo libro, da Atene a Berlino, da Roma a Bruxelles; dove si discute di debito, pubblico e privato, di banche e di vigilanza inadeguata, di paralisi dei processi decisionali europei e dei limiti delle politiche di austerità non accompagnate da riforme strutturali.