"D'ora in poi nulla di ciò che accade è più un evento soltanto locale. Tutti i pericoli essenziali sono diventati pericoli mondiali, la situazione di ogni nazione, di ogni etnia, di ogni religione, di ogni classe, di ogni singolo individuo è anche il risultato e l'origine della situazione dell'umanità.
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Il punto decisivo è che d'ora in poi il compito principale è la preoccupazione per il tutto. Non si tratta di un'opzione, ma della condizione. Nessuno lo ha mai previsto, voluto o scelto, ma è scaturito dalle decisioni, dalla somma delle loro conseguenze, ed è diventato conditio humana. Nessuno vi si può sottrarre." Nel 1986, anno di Chernobyl, Ulrich Beck pubblica "La società del rischio", considerato un classico della sociologia contemporanea. Oggi quella magistrale descrizione della nostra epoca risulta già superata dalla storia: viviamo ormai in una società mondiale del rischio. In queste pagine Ulrich Beck tratteggia la condizione esistenziale dell'umanità: un'epoca alle prese con la percezione di minacce autogenerate, prodotte dall'uomo e dalla sua civiltà del progresso, impossibili da localizzare, calcolare, arginare.
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