Nonostante il milione e mezzo di posti di lavoro aggiuntivi creati tra il 1995 e il 2001, l'Italia è il fanalino di coda dell'Unione Europea. Una più compiuta, coraggiosa e organica transizione alla flessibilità migliorerebbe i risultati occupazionali, contribuirebbe alla crescita economica e consentirebbe un regime di tutele più eque ed efficaci.