Nella storia delle falsificazioni, il caso più celebre è quello della cosiddetta "Donazione di Costantino", il documento che per tutto il Medioevo fu assunto a fondamento giuridico del potere temporale della Chiesa.
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Stilato – come reputano i più – nell'VIII secolo dalla Curia romana, il "Constitutum Constantini" ricalcava un'antica credenza sulla conversione dell'imperatore Costantino (274-337) che avrebbe trasferito alla Chiesa il dominio dell'Italia e della capitale. Solo nel Quattrocento un esponente di punta dell'Umanesimo civile, Lorenzo Valla, diede una svolta alla questione. Filologo di grande perizia, Valla condusse un'analisi del testo in forma di vera e propria orazione giudiziale, soffusa di pathos etico e religioso e avvalorata da prove storiche, giuridiche e filologiche in grado di dimostrarne la falsità. Gli apparati a cura di Olga Pugliese illustrano un documento che ribadisce la natura esclusivamente spirituale del ministero della Chiesa, in difesa della libera indagine intellettuale e politica.
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