"Questo Dizionario non è il prodotto di una "scuola" di storici, e meno ancora il manifesto di una "parrocchia".
[...]
Abbiamo semplicemente voluto trasmettere le acquisizioni raggiunte in seguito al rinnovamento della storia medievale, acquisizioni che ci appaiono cospicue, a partire dagli impulsi forniti da Marc Bloch e incrementati da una pleiade di medievisti, tanto in Francia (in primo luogo da Georges Duby) quanto in altri paesi. Abbiamo puntato sulla diversità fra sensibilità, approcci e competenze, cercando innanzi tutto di assicurarci il concorso di medievisti che, a livello internazionale, sono considerati fra i migliori in ciascuno dei campi che volevamo veder trattati. Questa è anche la ragione per cui, lungi dal limitarci all'ambiente degli storici francesi, abbiamo scelto all'estero quasi un quarto dei nostri collaboratori: otto italiani, tre americani, due tedeschi, due inglesi, un belga, una polacca, un russo, uno svizzero. [...] Nessuna "parrocchia", quindi, ma incontestabilmente una koinè dì storici, di concezioni del "mestiere" e di metodi universalmente condivisi, requisiti basilari per i nostri interscambi e per una concreta collaborazione".