Nell'esaminare la mancata stabilizzazione del sistema rappresentativo francese tra la convocazione degli Stati Generali (1789) e il colpo di Stato militare del 18 brumaio anno VIII (1799), questo volume ipotizza un comune denominatore costituzionale per l'intero decennio rivoluzionario.
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Infatti, le costituzioni promulgate tra il 1791 e il 1795 presentavano una regolamentazione omogenea dei poteri costituiti, all'insegna della diffidenza nei confronti degli organi monocratici (sindaci, presidenti dei Direttori dipartimentali, re) e della sopravvalutazione della collegialità, dalla periferia municipale al vertice dello Stato. In tal modo, il Corpo legislativo diveniva l'esclusivo asse portante del sistema politico sotto la Costituente (1789-91), la Legislativa (1791-92) e la Convenzione Nazionale (1792-95). Ma la costruzione costituzionale di una centralità del Legislativo, negatrice della "balance des pouvoirs", ha creato le premesse per un conflitto endemico tra i vertici dello Stato, destabilizzando il sistema politico con effetti di lungo periodo. Interrogandosi sulle ragioni del fallimento di quell'intensa fase costituente, l'autore ci restituisce il fascino di quel singolare laboratorio politico costituito dal decennio rivoluzionario che, pur mancando nel breve termine molti dei suoi obiettivi, ha saputo però dare una grammatica e un linguaggio al moderno diritto pubblico.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza