Quanto riescono a incidere gli apparati investigativi e di polizia italiani, scoprendo e reprimendo i delitti di corruzione? Rispetto all'improvviso emergere di una enorme massa di reati connessi al malaffare politico-amministrativo, qual è stata la reazione degli organi giudiziari? Le pene infitte sono state più o meno severe? Che cosa rende difficoltosa l'emersione di questi delitti e come si auto-giustificano gli autori di pratiche corruttive o clientelari? E qual è, di fronte alla corruzione, la reazione del mondo politico? Piercamillo Davigo e Grazia Mannozzi cercano di dare riposta a quesiti cruciali, scegliendo di far parlare soprattutto le cifre e costruendo una rigorosa ricerca empirica sul fenomeno della corruzione in Italia e sulla reazione delle agenzie di controllo (dalla polizia alla magistratura). Gli autori hanno raccolto e analizzato i dati disponibili in materia di denunce, condanne e loro distribuzione geografica, riti processuali utilizzati, quantità e qualità delle sanzioni comminate, percentuali delle sentenze concretamente eseguite, e li hanno incrociati con l'esame delle riforme normative intervenute dal 1983 al 2002.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza