"Il Codice dei Contratti Pubblici ha avuto l'ambizione di dettare una disciplina che - in attuazione delle nuove disposizioni comunitarie ma pur sempre nel solco della nostra tradizione - fosse tale da dotare il Paese di una strumento adeguato alle attuali esigenze: alla tutela della concorrenza, allo sviluppo del mercato, alla globalizzazione, cioè alla sfida del terzo millennio.
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Per fare ciò occorreva una certa dose di coraggio e di fiducia. Di coraggio, ossia del coraggio di cambiare, con l'invito a non percepire il futuro nel mondo globale come un incubo bensì come una opportunità. Di fiducia, nel senso di dare credito all'amministrazione pubblica ed agli operatori privati, in particolare riconoscendo alla prima una sfera di discrezionalità - né più ampia né più ristretta di quella ammessa dalla normativa comunitaria -'superando il clima di prevenzione, se non di sospetto, che aveva ispirato precedenti normative, ma prevedendo - al contempo - il rafforzamento della vigilanza (con l'estensione dei poteri dell'Autorità), fermo restando, ovviamente, il principio che alla discrezionalità si accompagna necessariamente la responsabilità, e quanto più è estesa la prima tanto più deve essere incisiva e inderogabile l'altra." (Dalla prefazione del Presidente Pasquale de Lise).
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