Da un lato l'idea di cittadinanza, dall'altro il concetto di gruppo etnico: due soggetti che si fronteggiano e si scontrano in un processo storico che, di volta in volta, si è espresso nelle contraddizioni città/campagna, ragione/emozione, natura/tecnologia, scienza/fede. Tra cittadinanza ed etnicità esiste una contrapposizione insanabile.
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Il mercato assimila le differenze, che vengono tollerate in nome del relativismo culturale. Si tratta però di un'uguaglianza di facciata, questa è la tesi dell'autrice, perché le differenze vengono di fatto relegate ai margini e possono sopravvivere solo se non entrano in conflitto con gli interessi dell'Occidente.
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