Accanto alle grandi figure di Wright, Le Corbusier, Gropius, Mies van der Rohe, Mendelshon, Aalto, Zevi copre anche la cosiddetta "crisi del movimento moderno", che negli ultimi quarant'anni si manifesta in una pluralità di correnti, dal neoespressionismo all'informale, dal High-Tech al decostruttivismo.
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Ne risulta un panorama fecondo sul terreno delle realizzazioni e dei valori comunicativi, aperto sull'assetto urbano e sull'habitat del futuro, su un'architettura che sembra essere popolare e colta al tempo stesso.