Questo volume si occupa di devianza partendo dalla provocatoria affermazione della sua "normalità", per gli innumerevoli fili che legano i tratti fondanti la cultura e le relazioni nell'epoca della "seconda modernità" al prodursi di situazioni socialmente percepite e definite come devianti.
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E si occupa di politiche di controllo, ossia degli attori (opinione pubblica, media, esperti, movimenti, sistema politico) e degli interessi (materiali e di potere) che giocano un ruolo nella definizione e nell'implementazione, da parte delle istituzioni, delle azioni di prevenzione, repressione o trattamento delle diverse forme di devianza. Un'analisi dello scenario entro cui tali problematiche si iscrivono, nell'epoca della globalizzazione, fa da sfondo alla ricostruzione dei meccanismi di produzione delle politiche di controllo istituzionale, degli orientamenti prevalenti e dei contenuti, sempre più ispirati al "nuovo senso comune penale", che troviamo in tutte le società occidentali, e che si manifestano anche nella realtà italiana, se si guarda alle linee emergenti nel dibattito politico a proposito di microcriminalità, delinquenza minorile, prostituzione, tossicodipendenze. Destinato a chi è interessato alle tematiche della devianza e del controllo sociale e a chi si prepara ad operare nel campo, il testo fornisce strumenti di lettura critica dei nessi tra fenomeni, paradigmi interpretativi, norme, politiche, prassi di istituzioni e servizi.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza