Nel 1939 Alexandre Kojève portò a termine quelle lezioni sulla "Fenomenologia dello spirito", che iniziate nel 1938, lo imposero come uno dei più importanti interpreti di Hegel di tutto il Novecento. Da allora sparì dalla scena filosofica, quasi mettendo in atto l'estrema conseguenza dell'idea che la storia fosse finita.
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In realtà Kojève continuò la sua attività in forma semiclandestina, un'attività di cui questo libro vorrebbe mostrare anche gli aspetti più eccentrici accostando al dibattito con Leo Strauss le lettere allo zio Kandinskij, alla ricostruzione dei rapporti fra cristianesimo e scienza uno scritto su Raymond Queneau. Gli scritti raccolti restituiscono un'idea meno approssimativa dei molteplici e sfaccettati interessi del filosofo.
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