Che significato può avere il gesto di una madre infanticida, di un padre incestuoso, di uno stupratore irriducibile, di un parricida? E, d'altra parte, quando questi "mostri" sono tratti in tribunale, che cosa vuol dire "fare giustizia?" L'autore, psichiatra e analista, incontra quotidianamente questi "mostri", perché a lui, come perito giudiziario, è affidato il terribile compito di rivolgere uno sguardo "oggettivo" su quanto è veramente accaduto. L'autore del crimine è per lui un cittadino che ha il diritto di essere ascoltato, capito e giudicato, perché giudicare non è solo punire, è anche il mezzo per far sì che un criminale faccia veramente proprio l'atto commesso e riacquisti così la sua dimensione sociale, perdendo la componente "mostruosa".