Un'analisi delle numerosissime iscrizioni parietarie di argomento erotico rinvenute a Pompei, poste a confronto con le rappresentazioni figurative e i brani dei poeti e narratori latini.
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Il quadro che ne deriva consente di caratterizzare le diverse sfaccettature del sentimento amoroso e della sessualità in una società che non conobbe né il dubbio del peccato, né la pruderie deteriore ma che sarebbe semplicistico ritenere libera sessualmente o depravata nei costumi. Grazie ai graffiti è così possibile cogliere le diverse sfumature, tenere, sensuali, fortemente passionali o anche irridenti o triviali di cui l'amore seppe rivestirsi. Si recupera così un mondo che seppe fondere sentimento e carne senza bisogno di veli mentali per coprire la nudità della sua umanità.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza