Il volume si apre con la storia della Biblioteca, una delle più ricche del Mezzogiorno e la più antica tra quelle napoletane, a lungo frequentata da Giambattista Vico.
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Segue l'analisi di tutti i codici miniati: la Divina Commedia e le Tragedie di Seneca, di età angioina, con numerosissime miniature; i codici di argomento umanistico del colto ed irrequieto feudatario di re Ferrante d'Aragona, Andrea Matteo III Acquaviva; altri ancora provenienti da Firenze, Bologna e Parigi.