A partire dall'emarginazione e dalla chiusura dei ghetti (processi che terminano solo a metà Ottocento) gli ebrei italiani acquisiscono finalmente uno status di cittadini "normali", il che accellera il processo di piena integrazione nella nascente società civile dell'Italia unita.
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Ma sul finire del secolo, un fenomeno di segno uguale e contrario rilancia l'idea della specificità ebraica: nasce il sionismo, e con esso il sogno di una patria ben diversa da quella di adozione. Proprio quando l'elaborazione dei temi sionistici sembra matura, la tragedia del fascismo e del nazismo segna una frattura irrimediabile con il passato, che prelude alla creazione dello stato di Israele e alle sue vicissitudini del dopoguerra.